Di Marco Fatuzzo
Esistono evidenti asimmetrie nella penisola asiatica fra le due Coree, che destano preoccupazioni soprattutto per l’atteggiamento provocatorio del regime di Kim Jong-un. Come il Mppu di Seoul vive, controcorrente, le attuali tensioni.
La ferite della storia. Fino al 1945 esisteva una sola Corea e la storia non faceva distinzioni fra il Nord ed il Sud della penisola. Alla conclusione della seconda guerra mondiale, la Corea venne frazionata in Corea del Nord (sotto l’influenza sovietica) e Corea del Sud (sotto quella statunitense). Il 38° parallelo veniva a segnare la linea di demarcazione fra le due Coree, con una zona demilitarizzata che tagliava il confine con un angolo acuto da sud-ovest a nord-est.
Nel giugno 1950 la Corea del Nord, con l’appoggio di Cina e Russia, invase la Corea del Sud, innescando una guerra che fece 4 milioni di vittime, interrottasi nel 1953, ma ufficialmente mai terminata e ratificata in un trattato di pace, e che mantiene da allora un clima di tensione permanente.
Nel corso degli ultimi 60 anni si sono evidenziate, a livello politico ed economico, notevoli asimmetrie fra le due nazioni coreane.
La Nord-Corea -ufficialmente Repubblica Democratica Popolare di Corea- 24 milioni di abitanti, si estende per 120mila km quadrati nella metà settentrionale della penisola coreana.
Politicamente è uno Stato socialista; ma, di fatto, una dittatura di stampo stalinista, guidata da una dinastia ereditaria. L’attuale giovane presidente Kim Jong-un è infatti il figlio terzogenito di Kim Jong-Il (a cui è succeduto nel 2011), che era a sua volta il figlio di Kim Il-sung (il “Presidente eterno”, a norma della Costituzione nord-coreana) dal quale aveva ereditato nel 1994, alla sua morte, la guida del Paese.
Economicamente la popolazione è ai limiti estremi della povertà, sia a causa delle scelte del regime, che lo ha posto in condizioni di isolamento politico-economico, sia per la concomitanza di una serie di calamità naturali che hanno messo vieppiù in ginocchio il Paese.
La Sud-Corea -ufficialmente
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