Belluno, 8 dicembre 2015
Martedì 8 dicembre alle ore 17.00 il piazzale antistante la stazione ferroviaria di Belluno diventa il centro pulsante e vivo di un’idea che si fa prima notizia e poi cronaca: la fraternità come risposta a divisioni e guerre tra i popoli, vuoi per motivi religiosi, geografici o economici; un’idea che fa già parte della storia quotidiana di quanti si sono radunati sfidando il freddo della serata, per partecipare alla Marcia di fraternità per l’Unità dei popoli.
Poco il tempo per preparare tutto, ma grande l’entusiasmo e le aspettative dei promotori. Numerosi i media che hanno pubblicizzato l’evento: almeno tre testate giornalistiche con riprese prima e dopo l’evento, un’intervista alla TV locale e due servizi su TG3 e Telebelluno (www.telebelluno.it , servizi tg, cronaca, 9 dicembre). Un tam-tam multimediale che ha visto anche il moltiplicarsi sui profili whatsapp della locandina-invito. Restava però la grande incognita della partecipazione reale a cui sommare quella virtuale espressa da quanti, non potendo essere presenti, appoggiavano e lodavano l’iniziativa. Alla fine non sono bastate le più di 300 candele, preparate per la marcia e i partecipanti sono arrivati a 400, dei quali più di 50 bambini.
Ufficialmente sono quattro le associazioni promotrici: la Comunità Islamica Bellunese, il Movimento dei Focolari-Comunità locale, la Rete Immigrazione e la Commissione Giustizia e Pace della Diocesi di Belluno Feltre. Si capisce subito però che sono convenute molte altre persone, non direttamente collegate ai promotori. Ad esempio Cristina M.: “Ho saputo dal giornale dell’iniziativa e mi sono subito detta che era quello che ci voleva e volevo farne parte! Mi piace un’iniziativa così, promossa dai mussulmani con varie associazioni che si mettono insieme”. E continua: “In precedenza avevo proposto anche al mio gruppetto di riferimento politico di fare qualcosa in risposta agli episodi di terrorismo, ma erano prevalse le difficoltà organizzative”.
Un altro dice di essere stato “…colpito dalla varietà dei contributi di tutti, con tante presenze miste, dal rappresentante del Vescovo, alla Vicensindaco della Città e a tante famiglie. Un’insieme variegato, ma si vedeva che c’era una rete di rapporti, si capiva anche dal calore dei saluti reciproci. L’importanza di queste iniziative quando hanno un’eco adeguata, è che creano una cultura e danno un messaggio”.
I saluti del Vescovo sono affidati al portavoce della Commissione Giustizia e Pace Francesco d’Alfonso, che invita a lavorare “per tutto ciò che ci unisce, ad una casa accogliente per tutti, senza esclusioni, senza discriminazioni”, per cui “sottolineare la pace è essenziale “.
L’Iman Kamel Layachi nel suo intervento invita “a vivere i valori umani della fratellanza, a credere nel dialogo e nell’accoglienza dell’altro.” E riferendosi ai bambini felici: “Impariamo che è bello essere qui tutti insieme!” E infine un impegno a nome della comunità islamica: “Lavoreremo -conclude l’Imam – perchè questi bambini vivano e crescano in un paese sicuro, rispettosi della legalità, a servizio del bene comune, amando questo Paese, l’ Italia e non faremo più partire ragazzi per una causa falsa (due sono partiti per la Siria dalla comunità residente in provincia, n.d.r.) e vigileremo, pronti anche a denunicare chi vuole creare scompiglio”. La solennità con cui viene espresso, il silenzio con cui viene ascoltato e l’applauso che lo accoglie, lo rendono ancora più importante.
Collante fra le varie realtà la Comunità locale del Movimento dei Focolari. Alla domanda “Come è nata l’idea?” risponde Massimo Pomarè: “Dire qual è la verità, cosa sono i Musulmani, quale il rapporto con noi”. “Perchè la paura – continua don Beppino De Bernardi – nasce quando non ti conosci, mentre quando conosci l’altro, scopri che è meraviglioso!”.
I bambini sono i grandi protagonisti della serata, vuoi per la scelta di proiettare un cartone animato che invita a vivere senza pregiudizi e come in “campagna dove tutti gli animaletti sono utili”, vuoi per il coro misto di bimbi musulmani e italiani, vuoi per la sorpresa finale di scrivere a piccoli gruppi di quattro un desiderio su un bigliettino, che poi dei palloncini bianchi portano verso l’alto. Chissà dove arriveranno i vari “vogliamo un mondo di pace, tutti uniti per la pace, viva la fratellanza” ? Le loro vocine dicono “forse in Siria” o “in Francia”, ” magari a Parigi!”: chi rinverrrà uno di quei messaggi, vi troverà anche un recapito per rispondere e per un palloncino rimasto impigliato nella corsa verso il cielo, va presa sul serio la battuta rilanciata a caldo: “è la pace che vuole rimanere a Belluno!”
Infine le autorità presenti sono visibilmente soddisfatte per una manifestazione partita dalla società civile e religiosa, di cui tutti sentivano l’importanza, e ciò traspare dal tono dei loro interventi.
L’ On. Roger De Menech, si dichiara ancora più “onorato e orgoglioso”, che sia proprio un suo concittadino ” in prima fila tra i promotori e registi della serata”. Poi ringrazia “chi ha avuto l’idea di questa iniziativa di portare tante persone in piazza per parlarci e confrontarci, perchè insieme possiamo sconfiggere la paura”.
Per l’Amministrazione del Capoluogo è presente la Vice-Sindaco Lucia Olivotto che soddisfatta esordisce con un “siete veramente belli ! Avanti tutta!”
A rappresentare l’Amministrazione provinciale c’è il vice-Presidente Roberto Padrin, che è anche Sindaco di Longarone, e la Rete Immigrazione che ha sede presso il Centro per l’Impiego, dove si ritrovano una volta al mese i rappresentanti di 17 associazioni di immigrati e di 5 gruppi informali.
Li rappresenta Zaidi Allal, cittadino italiano nato in Marocco, che vuole “dare un messaggio a tutta la città, un messaggio di unità che parte dai bambini, perchè è bello stare insieme. Questa è un’occasione unica di incontro tra bellunesi e le altre etnie”.
E’ presente anche l’Assessore al bilancio Andrea Pontello di Ponte nelle Alpi, comune nel quale si trova la Moschea .
Anche a giorni di distanza la marcia fa parlare di sé nelle persone che vi hanno partecipato e in altri eventi promossi nel capoluogo cittadino in collaborazione con la Comunità Islamica e definiti “quasi una continuazione di quel clima di unione creatosi con la marcia della pace di martedì 8 dicembre “.
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