Report dalle “Giornate dell’Interdipendenza” 2010
A Firenze le Giornate promosse dal MPPU insieme a Legambiente, Acli, Focsiv e Comunità di Sant’Egidio.
Il Mediterraneo, l’immigrazione, la cittadinanza agli stranieri sono stati alcuni dei temi affrontati quest’anno a Firenze, lo scorso 22 e 23 ottobre. “L’interdipendenza a casa nostra”, il titolo scelto per questa quinta edizione italiana.
L’appuntamento annuale si è centrato sull’inevitabile test del multiculturalismo che le nostre città, a nord o sud del mondo, sono chiamate a compilare. Interrogativi pressanti per sociologi, ambientalisti, politici, operatori dei media, per tutti noi cittadini. Allo stesso tavolo, rappresentanti della società civile si sono scambiati dati, notizie di cronaca, proposte di legge, buone pratiche, analisi sociologiche per proposte di convivenza aperte alla globalizzazione e capaci di novità sperimentabili nel quotidiano della città.
I nomi degli intervenuti alle varie sessioni di lavoro dicono la trasversalità del tema. Roberto Natale, presidente delle Federazione nazionale della stampa, ha sottolineato che «se fa notizia solo l’orrore, diamo un’immagine non completa della realtà e alimentiamo anche noi l’imprenditoria della paura e il sensazionalismo emotivo». Roberto della Seta e Andrea Sarubbi, senatore e parlamentare hanno illustrato una proposta in controtendenza: concedere la cittadinanza ai figli di stranieri, residenti da cinque anni in Italia.
Mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, una chiesa di frontiera nel mondo dell’immigrazione, ha parlato di interdipendenza tra le chiese che si affacciano sul Mediterraneo e ha invitato tutti all’utopia, cioè a «continuare a credere all’integrazione, nonostante la non reciprocità». Steni di Piazza, direttore di Banca Etica a Palermo, Stefano Biondi della Cisl Toscana e Antonio Ricci, tra i redattori del XX Rapporto del Dossier statistico immigrazione 2010 di Caritas/Migrantes, hanno evidenziato l’apporto economico degli stranieri, «capaci di investire, di fare impresa, di sperare, talvolta più degli stessi italiani». E poi tanti studiosi, operatori finanziari, testimoni, rappresentanti di altre religioni o senza particolari riferimenti religiosi, che sono stati la fotografia di un intreccio di nazionalità, culture, sensibilità in cammino, per costruire speranza e futuro.
Il Movimento politico per l’unità ha voluto sottolineare che l’interdipendenza è un valore essenziale, imprescindibile nel cammino dei popoli verso la fraternità universale. Il progetto di queste Giornate vuole mettere in evidenza, accanto alle inevitabili criticità, anche tutte le buone pratiche che singoli cittadini e istituzioni mettono in atto per affrontare la sfida della conoscenza e dell’accoglienza dell’altro. «Non si può scaricare tutto sulla politica – è stato il commento di Marco Fatuzzo, presidente del Mppu – a progettare il futuro siamo chiamati tutti. L’immigrazione ci lancia delle provocazioni, ci provoca sulla cultura della relazione, su quella del lavoro, sulla sicurezza. E questo non può generare chiusure, anzi».
(link all’intervista pubblicata dall’Agenzia SIR a Marco Fatuzzo il 27 ottobre)
Dalle Giornate di Firenze, infine, è maturata l’idea di mettere in rete e valorizzare le diffuse esperienze di interdipendenza, non solo per darne maggiore visibilità, ma soprattutto per esportarle in più realtà, come modelli e possibilità di nuove relazioni sul territorio.
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