Importante incontro, quello che si sta svolgendo in Africa, ad Abidjan, capitale economica e finanziaria della Costa d’Avorio, tra l’Unione europea e 55 Paesi africani rappresentati ai loro massimi livelli. Una première che potrebbe avere qualche buona ripercussione nelle relazioni tra i due continenti.
La crisi migratoria, in particolare la sua componente “economica”, quella cioè che approda sulle nostre coste per motivi di povertà e non di conflitti, e che è principalmente di origine subsahariana, spinge da tempo l’Unione eruopea a lavorare per “aiutare gli africani a casa loro”. L’espressione non è delle migliori, ma indica la presa di coscienza che le diseguaglianze eccessive tra i due continenti, in materia soprattutto economica, non possono continuare all’infinito. Perciò ecco il “Piano Marshall” (sembra di 55 miliardi di euro) che l’Unione vuole avviare con i partner africani.
La conferenza è da seguire con attenzione. Va segnalato il ruolo di Emmanuel Macron, che è arrivato in Africa in anticipo, in particolare facendo una tappa in Burkina Faso dove, nella capitale Ouagadougou, di fronte a 800 studenti nell’università locale, ha pronunciato un discorso in cui definisce la strategia francese (ed europea) nel Continente nero. Un atteggiamento post-colonialista (finalmente!) e un richiamo alle più importanti questioni del momento e del futuro. Terrorismo, cambiamenti climatici, demografia, urbanizzazione e democrazia. Soprattutto ha promesso a più riprese che «la Francia non darà lezioni». Che sia vero? Vedremo come andrà il summit. Una piccola speranza s’accende per un vero cambiamento di atteggiamento dell’opulento e altezzoso Nord verso l’Africa.
Intanto, per chi legge il francese, vi invito a leggere quest’articolo di Le Monde.
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