Tre giorni con gli operatori dei media.
Interdipendenza e informazione – “Noi e l’Islam”
Dopo la prima Giornata internazionale nel 2003 a Filadelfia (USA), e dopo Roma 2004 e Parigi 2005, l’idea dell’interdipendenza è stata nuovamente al centro di una significativa iniziativa culturale.
Tra i relatori del Seminario, personalità di culture |
Promotrici dell’evento, le quattro associazioni che a suo tempo avevano sostenuto la II Giornata mondiale svoltasi a Roma: ACLI , Legambiente , Comunità di Sant’Egidio e Movimento politico per l’unità.
La piena riuscita della manifestazione aveva suggerito di dare continuità alla fruttuosa collaborazione, ma soprattutto aveva confermato il significato di “interdipendenza fraterna” come strumento culturale privilegiato per affrontare i temi cruciali della globalizzazione.
Su queste premesse si è delineato il nuovo progetto: questa volta rivolgere la proposta ad un target specifico, gli operatori dei media e approfondire con loro, superando stereotipi e precomprensioni, un soggetto particolarmente attuale e importante: la relazione dell’occidente con il mondo islamico.
Anche se la scelta del tema risaliva a più di un anno fa, l’obiettivo risultava tanto più opportuno di fronte ai fatti delle ultime settimane, espressione di aspetti interlocutori e spesso tragici dell’incontro tra culture religiose e non religiose, proprio nel momento in cui le prime pagine dei giornali davano spazio alle violente proteste e alle provocazioni che hanno fatto seguito alla pubblicazione delle vignette satiriche sull’Islam.
Quattro le sessioni tematiche: |
Tre giorni di lavoro, quindi, dal 23 al 25 febbraio, per 130 partecipanti, in gran parte giovani giornalisti, accolti dalla splendida cornice di Montepulciano, in provincia di Siena, cittadina di epoca medievale che ha offerto uno spazio urbano caratteristico, ricco di storia e di arte. E nel dialogo, la cultura della fraternità si è fatta spazio nel settore strategico dei media. L’interdipendenza, declinata sotto molteplici prospettive, sfidava ciascuno a scegliere l’accoglienza, l’ascolto, il rispetto, la responsabilità reciproca, la ricerca di ciò che unisce, il perdono. Più di uno ha parlato di una vera e propria scuola di formazione e c’è stato chi ha detto di ritrovare le ragioni del suo impegno professionale.
La novità è passata attraverso gli interventi dei promotori, di personalità qualificate del giornalismo e della cultura in Italia, dei relatori musulmani (vari avevano un contatto personale con il Movimento dei Focolari nei Paesi del Medio Oriente), che hanno saputo mostrare della civiltà islamica anche alcuni aspetti meno conosciuti: la sua fisionomia plurale, le distorsioni che ne deformano la missione spirituale, la sua esigenza interna di riforma. Hanno avuto specifico rilievo, inoltre, le cosiddette “buone pratiche” presentate da chi si sta già misurando sul campo con l’esercizio della convivenza nel rispetto della diversità.
Presenti circa 130 giornalisti della carta stampata, |
Anche NetOne , la rete degli operatori della comunicazione che si ispira al carisma dell’unità, ha dato un contributo essenziale, fin dalla preparazione delle quattro sessioni tematiche del Seminario, centrate su terrorismo, guerra, dialogo interreligioso e questione mediorientale.
Il primo frutto del Seminario è stato anzitutto un profondo clima di apertura e di rispetto reciproco: tra i giornalisti, tanti hanno chiesto di ritrovarsi e “fare rete”, per approfondire il nuovo “paradigma di convivenza” proposto in quei giorni.
La notizia del Seminario è circolata ampiamente, in particolare su internet, dove numerosi pezzi hanno parlato della giornata conclusiva in cui il Seminario ha aperto le porte al pubblico (400 persone), tra cui i ragazzi delle scuole superiori di Montepulciano.
Nella tavola rotonda conclusiva con 4 parlamentari, Alfredo Mantovano (AN), Francesco D’Onofrio (UDC), Livia Turco (DS) e Lapo Pistelli (europarlamentare, Margherita), è venuto in evidenza un clima inusuale, e tanto più nel quadro della difficile campagna elettorale in corso in Italia: ha prevalso la ricerca di ciò che si può condividere e fare concretamente, insieme, sul tema scottante dell’immigrazione in Europa. Una conferma della funzione specifica della politica, quando opera secondo il proprio DNA di legame tra le realtà sociali, chiamata a comporre la diversità delle visioni e degli interessi.
Il Seminario si è chiuso con la presentazione di un “Appello per un’informazione indipendente e interdipendente”, per chiedere agli operatori dei media di introdurre il criterio della complessità e del dialogo nell’esercizio di una professione in cui spesso prevalgono le semplificazioni e la contrapposizione.
“La stella polare di queste Giornate – è stato detto dai promotori – è il valore della fraternità, un termine quasi dimenticato che oggi può divenire il principio ricostruttivo di un orizzonte politico globale”. Una nuova grammatica dell’informazione potrà offrire opportunità e strumenti ancora inediti al servizio di una convivenza più matura e fraterna tra popoli e culture.
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