Roma, Camera dei Deputati, Palazzo San Macuto
18 dicembre 2007
Proprio alla stessa ora in cui ci ritroviamo a Roma per il secondo seminario dedicato a Igino Giordani, nella sala dell’Assemblea generale del Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite passa con il voto di una solida maggioranza la moratoria internazionale alla pena di morte. Una notizia che suscita l’applauso di tutti e ci fa più convinti che il cambiamento è davvero possibile, anche dentro il complesso scenario internazionale, per quanto lento e faticoso.
Ed è stato proprio l’orizzonte internazionale dell’azione politica, con le sue domande e le sue prospettive, al centro dell’incontro del 18 dicembre, aperto da una caratteristica espressione di Giordani pronunciata a Montecitorio già nel 1950: “Se vogliamo la pace, cominciamo a costruirla”. Dopo che il primo seminario, il 24 ottobre scorso, aveva messo a tema il dialogo, è stata questa la seconda lente di ingrandimento attraverso cui approfondire la conoscenza di una personalità poliedrica come quella di Igino Giordani, parlamentare, politico su vari fronti, ma anche scrittore e giornalista di particolare talento.
Il compito di tracciare il profilo di Giordani – in una sala affollata da più di 120 persone, tra cui vari deputati, senatori e membri del governo, dei diversi schieramenti – è stato affidato questa volta in particolare a Nedo Pozzi, presidente di NetOne (associazione internazionale tra comunicatori, una delle più recenti diramazioni dei Focolari).
Ricchi di valore, in un clima di apertura reciproca, i contributi degli altri ospiti particolarmente qualificati sui temi internazionali, il prof. Gianni Bonvicini, il sen. Giuseppe Pisanu, l’on. Umberto Ranieri e l’on. Gianni Kessler, che hanno voluto lasciarsi interrogare dalla “provocazione” di Giordani, testimone di pace.
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