di Eugenio Murrali – Città del Vaticano*
“La politica come vocazione” è il titolo della tavola rotonda che si è tenuta ieri pomeriggio presso la Camera dei Deputati, per ricordare l’incontro avvenuto tra la Lubich e Giordani il 17 settembre 1948. Memoria di un evento, attualizzazione di un messaggio
“Nel nostro cuore una cosa è chiara: l’unità è ciò che Dio vuole da noi. Noi viviamo per essere ‘uno’, come Dio è uno fra noi e con tutti. Questa splendida vocazione ci lega al Cielo e ci immette nella fraternità universale”. Con queste parole pronunciate da Chiara Lubich, Maria Voce ha ricordato lo spirito dell’incontro, 70 anni fa, tra la fondatrice del Movimento dei Focolari e il parlamentare Igino Giordani. Un incontro che diede molto alla politica e fu importante anche per il Movimento, perché Giordani, sposato e padre di quattro figli, aprì la strada alla presenza dei laici e delle persone coniugate all’interno del Movimento, di cui è riconosciuto come cofondatore.
L’incontro tra Chiara Lubich e Igino Giordani
Il senso attuale dello scambio tra le due grandi personalità è stato spiegato dal politologo Alberto Lo Presti, direttore del Centro Studi intitolato a Giordani, che ha anche ripercorso le tappe fondamentali del parlamentare. L’analisi di Lo Presti è stata preceduta da un intervento dell’onorevole Stefano Fassina, sul tema della vocazione, e dalla lettura di alcuni brani tratti da “Memorie di un cristiano ingenuo”, una delle numerose opere di Giordani in cui lui stesso racconta quel primo incontro con Chiara: “Ero sicuro di ascoltare una sentimentale propagandista di qualche utopia assistenziale. E invece non fu assolutamente così. (…) Perciò, di colpo la mia curiosità si svegliò e un fuoco dentro prese a vampare. Quando, dopo mezz’ora, ella ebbe finito di parlare, io ero preso in un’atmosfera incantata: come in un nimbo di luce e di felicità; e avrei desiderato che quella voce continuasse. Era la voce che, senza rendermene conto, avevo atteso. Essa metteva la santità a portata di tutti”.
In Giordani costante era proprio la ricerca di una via per coniugare fede e politica, santità e impegno civile e sociale.
“ Può un uomo politico esser santo? Può un santo esser uomo politico? Prova in te la soluzione del quesito ora che diventi uomo politico. (I. Giordani) ”
La politica come vocazione
Al centro della tavola rotonda, il tema della “Politica come vocazione”, declinato dai diversi partecipanti. Rocco Pezzimenti, docente di Storia delle dottrine politiche alla LUMSA, ha sottolineato come oggi in politica il cristianesimo sia visto come una debolezza, “sì, ma una debolezza vincente”, ha affermato. L’onorevole Edo Patriarca ha insistito su tre punti: la costruzione della vocazione, l’importanza della competenza tecnica e umana – “il bene bisogna farlo bene” – e la dimensione della comunità. Marina Sereni ha ribadito la centralità del dialogo e della mediazione in politica. L’onorevole Steni Di Piazza ha ripercorso il suo personale incontro con Giordani e l’importanza della cultura di fraternità in politica. L’onorevole Beatrice Lorenzin ha sottolineato la necessità che abbiamo di maestri come Chiara Lubich e Igino Giordani, perché “abbiamo bisogno di fare appello ai nostri valori per decidere in quale società vogliamo vivere”.
La memoria viva di due straordinarie personalità
L’evento promosso dai Focolari, con il Centro Chiara Lubich, il Centro Igino Giordani e il Movimento Politico per l’Unità, è stato un’occasione per ravvivare la memoria dell’incontro e delle due singole figure, anche attraverso alcune immagini messe in mostra nella significativa cornice della biblioteca della Camera dei Deputati, a Palazzo San Macuto. Il dialogo, moderato da Donato Falmi, è continuato con altre testimonianze e la conclusione di Letizia De Torre, coordinatrice internazionale del Movimento Politico per l’Unità.
In particolare, Rosa Russo Iervolino da un lato ha messo in evidenza la modernità dell’azione di Chiara Lubich, che sfidava tra l’altro gli stereotipi dell’epoca, per poi ricordare la figura di Igino Giordani, conosciuto anche come Foco, e ha concluso, richiamando le loro cause di canonizzazione: “Noi siamo sicuri che la santità di Foco e di Chiara sia totale. E davvero sarebbe troppo bello se ci chiamassero un’altra volta gli amici Focolarini, per dire: festeggiamo insieme l’iscrizione nell’elenco dei santi di queste due persone che hanno saputo suscitare un Movimento innovativo e così ricco che ha portato una montagna d’amore più o meno in tutti e cinque i continenti. Speriamo che il Signore ci conceda questa gioia”.
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* articolo pubblicato da Vatican news
Apri l’album fotografico
La politica come vocazione , prima parte di tre from Centro Chiara Lubich on Vimeo.
La politica come vocazione , seconda parte di tre from Centro Chiara Lubich on Vimeo.
La politica come vocazione , terza parte di tre from Centro Chiara Lubich on Vimeo.
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