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Di |2024-02-24T09:51:38+01:008 Febbraio, 2023|Comunicati Mppu, Home IT|0 Commenti

Fermare la guerra in Ucraina e ricostruire lo spazio del dialogo e del negoziato politico

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Guerra nello Yemen, “Made in Europe”

 COMUNICATO STAMPA -  Adesione del Movimento dei Focolari 

War in Yemen 25marzo2020

Oggi Giornata di azione contro le vendite di armi europee alla Coalizione saudita,  nel quinto anniversario dell’inizio dei bombardamenti aerei 

  ➡ Azioni di protesta virtuale per ricordare la "guerra dimenticata" nello Yemen, nel quinto anniversario dell’inizio dei bombardamenti

  ➡ Attivisti e Ong di 10 paesi europei (e in Italia la Coalizione di organizzazioni della società civile che lavora continuamente dal 2015) criticano le esportazioni di armi europee verso la Coalizione militare guidata dai sauditi

  ➡ Negli ultimi anni i governi europei hanno concesso licenze di armamenti per un valore di 42 miliardi di euro verso la Coalizione saudita

La notte del 25 marzo 2015, la Coalizione militare guidata dai sauditi lanciò il suo primo attacco contro lo Yemen. La guerra che infuria da allora nel Golfo di Aden è descritta dalle Nazioni Unite come "il peggior disastro umanitario causato dall'uomo". Solo nel 2019, ci sono stati più di 3.000 decessi diretti e 24 milioni di persone dipendono attualmente dall'aiuto umanitario.

Dal 2015 tutte le parti coinvolte nel confitto hanno commesso gravi e ripetute violazioni del diritto internazionale umanitario. Le forze Huthi, che controllano buona parte dello Yemen, hanno bombardato indiscriminatamente centri abitati e lanciato missili, in modo altrettanto indiscriminato, verso l'Arabia Saudita. La Coalizione guidata da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, che appoggia il governo yemenita riconosciuto dalla comunità internazionale, continua dal canto suo a bombardare infrastrutture civili e a compiere attacchi indiscriminati, che uccidono e feriscono centinaia di civili.

Tutte le parti in conflitto hanno soppresso la libertà d'espressione ricorrendo a detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate, maltrattamenti e torture. La popolazione civile è intrappolata nel conflitto e sopporta le conseguenze peggiori. Tra morti e feriti, le vittime di questi cinque anni sono state oltre 233.000. Sono invece 12.366 i morti tra la popolazione civile tra il 25 marzo 2015 e il 7 marzo di quest’anno. La crescente crisi umanitaria ha portato circa 14 milioni di persone alla fame, e in cinque anni di conflitto ha fatto aumentare di 4,7 milioni il numero di persone sui 17 totali (di cui 7 in modo acuto) che soffrono di insicurezza alimentare. La situazione è stata esacerbata da anni di cattivo governo, che hanno favorito la diffusione della povertà e dato luogo a immense sofferenze.

Di |2020-03-25T16:42:48+01:0025 Marzo, 2020|Comunicati Mppu|0 Commenti

Revisione della Legge sicurezza bis

“            Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
             Al Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati
             Al Presidente della Camera Roberto Fico
             Al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte
             Ai Segretari dei partiti, movimenti politici e capigruppo parlamentari 
                                 
                      


Oggetto: Revisione della Legge sicurezza bis


Il Movimento politico per l’unità-Italia, dopo ampio dialogo a livello nazionale al suo interno, alla luce di uno studio attento della normativa e della Charta Mppu Internazionale 
                                         
1)  INVITA il PARLAMENTO e il Governo (pro tempore, vista la crisi in corso) per quanto di loro competenza a rivedere gli articoli della legge sicurezza bis, tenendo conto dei pesanti rilievi del Presidente della Repubblica sull’ obbligo di salvare vite umane e sulla sproporzione delle sanzioni pecuniarie e amministrative rispetto alle ONG. La Charta infatti si ispira a «dignità e… diritti dei singoli e dei popoli»; a «promuovere e difendere i valori fondanti della persona, dei popoli, privilegiando i più deboli, attuando politicamente la fraternità universale».
   Sono in gioco i diritti fondamentali della persone. La legge sembra un marchingegno complicatissimo per scoraggiare, impedire, intimorire chi si sforza di salvare vite in mare. Ciò è contrario alle convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia e agli obblighi di solidarietà previsti dalla nostra Costituzione. Ci auguriamo che la Corte Costituzionale garantisca l’osservanza di quest’ ultima. Ci affidiamo al suo autorevole giudizio. Noi non possiamo assumere deliberazioni legislative in contrasto con Convenzioni internazionali del mare sottoscritte dall’Italia, perché vengono meno i principi del diritto e dell’etica internazionale ispirata alla fraternità universale, circa il principio basilare di salvataggio in mare.   Rimane l’obbligo di salvare vite umane con attenzione ai principi umanitari e di solidarietà verso persone disperate e seviziate.
   Sembrano mancare al decreto le ragioni di straordinaria necessità ed urgenza vista la grande riduzione di sbarchi comunicata dallo stesso Ministero degli interni. Perché non si è proceduto con il normale iter legislativo per avere una legge più equilibrata? Perché azzerare il dibattito ponendo la questione di fiducia su un testo che va ad incidere pesantemente sui diritti fondamentali? Perché finanziare i rimpatri di stranieri con posizione irregolare con i magri fondi per l’integrazione? 
   Preoccupazioni pone anche il pacchetto antisommossa, necessario per contrastare atti violenti, per eventuali abusi nel contrasto al dissenso politico.
   Mppu invita a valutare la compatibilità di questa legge con quelle Ue. Il 17 luglio l’Ue ha esortato a non criminalizzare le ONG che operano nel Mediterraneo salvo casi di eventuale provata intesa con i trafficanti. Il rischio infatti è che aumentino gli sbarchi, come sta avvenendo a Lampedusa di barchini incontrollati e di prossime e ben note «carrette del mare». Opinione di Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale. A suo avviso «E’ un provvedimento pericolosissimo perché istiga a non salvare»
   Si corrono gli stessi rischi del Decreto sicurezza 1 con il ricorso del Tribunale di Milano alla Corte Costituzionale. Intanto si moltiplicano le sentenze che obbligano i Comuni a iscrivere all’anagrafe i richiedenti asilo. Sono infatti 170 mila i nuovi irregolari in Italia, secondo l’I.S.P. I, con l’introduzione della legge sicurezza che ha cancellato la protezione umanitaria e l’accoglienza per i titolari di questa. 

Di |2019-08-17T06:50:00+02:0017 Agosto, 2019|Comunicati Mppu|0 Commenti