Berta Cáceres non è morta invano. Forse. Due anni dopo, dalla buia notte che le ha tolto la vita nel suo domicilio – nella casa che le forze dell’ordine dovevano proteggere in base a una sentenza internazionale –, i figli della dirigente indigena ambientalista uccisa dopo anni di minacce assistono finalmente a un arresto di peso, quello di Roberto David Castillo, catturato mentre cercava di lasciare il Paese. All’epoca era nientemeno che presidente dell’azienda Desarrollos Energéticos S.A. (Desa), i cui interessi erano stati toccati dalle proteste della Cáceres e dell’organizzazione di base che presidiva. Si tratta del primo presunto “autore intellettuale”, come si dice in America Centrale, del crimine, secondo i pm.
La pressione internazionale pare aver portato frutto. Subito Laura, Bertha, Olivia e Salvador Zúñiga – i quattro figli, tutti “militanti” della causa Lenca, quella del popolo indigeno minacciato dalla Desa –, insieme a nonna Austra e a papà Salvador, raccolsero il testimone senza paura, andando fino a Bruxelles per sensibilizzare l’opinione pubblica e chiedere alle istituzioni, ai governi, alle aziende e alle banche europee complici di bloccare il megaprogetto idroelettrico Agua Zarca, che avrebbe fatto traslocare villaggi interi con la scandalosa connivenza del governo honduregno, che faceva orecchie da mercante circa le esigenze legali necessarie, in particolare quella del “consenso previo, libero e informato” della popolazione indigena coinvolta dai lavori. Almeno in Europa e in Cina, i figli di Berta raccolsero importanti adesioni e il ritiro dall’impresa della gigantesca costruttrice cinese Sinohydro.
I Cáceres e il Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras (Copinh) non cedettero terreno di fronte alle intimidazioni sia in patria – Olivia lotta dal Parlamento, come deputata – sia in Messico o a Buenos Aires, dove Laura, Berthita e Salvador vivevano allora, in un esilio voluto dalla madre. «Continueremo a denunciare tutta la struttura criminale e assassina che c’é dietro all’uccisione della nostra compagna Berta Cáceres, della quale David Castillo non è che una parte». Così il comunicato del Copinh dopo la notizia. L’azienda ha difeso pubblicamente il dirigente. I figli di Berta hanno ribadito come le minacce alle loro persone continuino anche ora e come, anche se l’arresto è comunque una buona cosa, siano ben lontani da pensare a una vittoria decisiva.
Dei nove imputati per la morte della ex premio Goldman 2015 (considerato l’Osca ambientalista), ben tre sono direttamente legati alla Desa, mentre altri due sono ex militari. Nessuna sentenza è stata ancora pronunciata. La deputata Olivia Zúñiga Cáceres ha presentato il disegno di legge Berta Cáceres, che prevede la cancellazione dei contratti dello Stato per il progetto Agua Zarca. Sa che non sarà approvato. Ma «è un atto politico» che obbligherà ognuno a calare le carte.
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