L’intervista a Piero Coda su Toscana Oggi
In dieci anni di attività sono stati oltre 400, provenienti da una quarantina di Paesi del mondo, di diverse chiese cristiane e fedi religiose, gli studenti immatricolati all’Istituto Universitario Sophia che quest’anno, come annunciato in questa presentazione generale dell’offerta accademica 2017-2018, amplia la sua offerta con due nuovi titoli.
A raccontarne novità e prospettive è il preside Piero Coda, membro della Commissione Teologica Internazionale e della Commissione per il Dialogo tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa, consultore del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani, che ha rilasciato a Stefania Tanesini un’intervista pubblicata dal settimanale Toscana Oggi, della quale riportiamo la prima parte.
Preside, un primo bilancio in termini di risultati?
Ad oggi sono 112 i titoli di Laurea magistrale rilasciati e 11 quelli di Dottorato. In genere i risultati raggiunti sono buoni, qualche volta ottimi, come attestano ad esempio le pubblicazioni di alcune delle ricerche dottorali e le qualificazioni accademiche e professionali dei nostri laureati. Ma certo non sono quantificabili i frutti in ordine alla formazione di
uomini e donne culturalmente e direi antropologicamente e socialmente attrezzati ad affrontare con vigore, con
visione e con misericordia (per dirlo con Papa Francesco) il mondo odierno. Lo scorso anno, un nostro studente
proveniente dall’Ucraina mi confidava: “se dovessi dire a qualcuno perché scegliere Sophia, gli chiederei: ‘vuoi conoscere il mondo?’ e risponderei: ‘allora vai a Sophia!'”. Anche il cardinale Betori, che dell’istituto è Gran Cancelliere, vi ha più volte fatto riferimento come spazio esistenziale d’incontro, d’incarnazione della sapienza divina e del sapere umano: “L’impegno personale a vivere la prossimità e la reciprocità nei vari momenti della giornata, in tante attività culturali, fa di Sophia il luogo in cui sophia divina e ricerca umana del sapere divengono una cosa sola”.
Quest’Istituto Universitario è nato sulla spinta di un’idea «carismatica» di Chiara Lubich. In che cosa consiste e come si è realizzata in questi anni?
Si tratta di una “idea” di università innovativa, anche se rappresenta un ritorno alle origini di questa istituzione guardando alle sfide del nostro tempo: l’università come luogo in cui i saperi s’incontrano e si mettono a servizio della ricerca della sapienza che dà senso e orientamento all’esistenza. È l’idea rilanciata ad esempio da John Henry Newman e Antonio Rosmini. In concreto, nella progettazione di Sophia abbiamo cercato di superare la frammentazione dei saperi per ricondurli a questa originaria vocazione, tanto più necessaria oggi quando – dice Papa Francesco – è necessario un nuovo paradigma per vivere quella che “non è semplicemente un’epoca di cambiamenti ma un cambiamento d’epoca”.
Nel decimo anno dalla sua erezione, Sophia attiva due nuovi corsi di Laurea magistrale e relativo Dottorato, oltre a quello in «Cultura dell’unità». Si tratta di Scienze Economiche e Politiche ed Ontologia Trinitaria. Quali le motivazioni di questo sviluppo e perché?
Cultura dell’unità è stato il titolo accademico che abbiamo proposto all’inizio per esprimere la convergenza dei saperi, nel rispetto dei loro rispettivi oggetti e metodi. Il titolo di questa laurea magistrale col rispettivo dottorato si è specificata in alcune specializzazioni: economia, politica, filosofia, teologia. Ora, garantito il background di una cultura dell’unità con alcuni corsi di carattere interdisciplinare e trasversale, grazie alla crescita della qualità accademica e del numero dei docenti e in base alla sperimentazione sin qui fatta, si attivano due titoli distinti oltre a quello in Cultura dell’unità: quello in Scienze economiche e politiche, da un lato, e quello in Ontologia trinitaria (e cioè filosofia e teologia), dall’altro. Questi tioli sono più qualificati accademicamente e più spendibili professionalmente.
Qual è la specificità e il valore aggiunto di Sophia?
Sophia offre una qualificazione accademica che coniuga la dimensione unitaria del senso dell’avventura umana nel nostro sfidante oggi con la dimensione competente di una qualificazione scientifica a servizio della crescita integrale della persona e della società in un contesto di sperimentazione vitale e di dialogo a 360°.
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