Comunicato stampa del Mppu Italia

Fuori le multinazionali dal mercato dell’azzardo: andare alle radici di Azzardopoli seguendo la Costituzione. 

L’Italia non ha legalizzato l’azzardo ma lo ha incentivato tanto che per il 2016 si prevede una raccolta straordinaria di 94 miliardi di euro con un’entrata per le casse erariali di oltre 9 miliardi. Sono queste cifre a rappresentare la vera dipendenza patologica di uno Stato che, nel pieno della crisi economica più grave del dopoguerra, ha deciso di fare cassa sulla fragilità delle persone facendo del territorio un casinò diffuso e pervasivo in mano a società multinazionali orientate a fare profitto sulla vita della gente. Tutto avviene come se non esistesse una Costituzione fondata sul lavoro che finalizza l’iniziativa economica privata all’utilità sociale. 

Ben vengano i regolamenti comunali che cercano di limitare un’attività nociva e inquinante il contesto sociale. Doverosi gli aiuti per coloro che cadono nelle trappole dell’azzardopatia. Ma non ci si può limitare a raccogliere i feriti per strada o porre fragili argini davanti al potere finanziario che muove l’industria dell’azzardo. L’unica strada coerente è quella di ridiscutere pubblicamente il sistema delle concessioni pubbliche dell’azzardo che vanno tolte alle società orientate al profitto e perciò interessate a promuovere un’offerta che diventata ossessiva. Questo tipo di incentivazione non ha limitato affatto la presenza della criminalità. La conferma arriva dalle relazioni della Direzione nazionale antimafia, senza contare i recenti arresti eccellenti. Siamo andati in centinaia di locali nel Paese a ringraziare e premiare i baristi che rifiutano di vendere l’azzardo come esempio di un legame sociale più forte della potenza del denaro. Sono loro a testimoniare il fondamento della Repubblica. Lo Stato deve prendere esempio da questa resistenza morale e civile rifiutando di dipendere dalle entrate dell’azzardo per colpire, invece, le rendite di posizione e promuovere politiche economiche in grado di generare ricchezza da distribuire tra tutti. Su queste basi valuteremo i programmi delle forze politiche che si presenteranno alle imminenti elezioni a livello nazionale considerando l’imbarazzante condizione attuale di un parlamento che non riesce neanche a discutere il divieto assoluto di pubblicità dell’azzardo e di un sistema di poteri che permette alla Federcalcio e al Coni di stringere rapporti con multinazionali dell’azzardo in nome di “valori condivisi”.    

Su questa proposta di andare alle radici di azzardopoli si è parlato nell’incontro pubblico di venerdì 16 dicembre a Roma con alcune persone attive contro il gioco d’azzardo tra i quali l’economista Luigino Bruni, Mauro Vanetti del Collettivo “Senza Slot” di Pavia, Daniele Poto di Libera e rappresentante della Campagna Mettiamoci in gioco, Pietro Parlani del Forum delle Associazioni familiari oltre a don Enrico Feroci per la Caritas romana e in rappresentanza della Consulta nazionale antiusura. L’incontro dibattito è stato promosso dal Movimento Slot Mob e coordinato da Carlo Cefaloni.

Ecco l’elenco degli interventi:

Per una città libera dalla piaga dell’azzardo e usura – Don Enrico Feroci Caritas Roma

Democrazia economica o capitalismo d’azzardo – Luigino Bruni Università Lumsa Roma 

Mappa e potere delle multinazionali – Associazione Economia e felicità

Liberta economica dell’impresa e dignità umana secondo Costituzione – Cesare Antetomaso – giuristi democratici

Azzardo e tabacco. Un caso semplice su pubblicità e affari: perché incentivare ciò che fa male? – Leonardo Becchetti Università Roma 2 Tor Vergata

Lo spazio per un’economia di giustizia – Amelia Stellino  Slot Mob Reggio Calabria