Dal maggio dello scorso anno ha preso il via una “cattedra aperta” sul tema presso la sede di Coquimbo della Universidad Católica del Norte
di Alberto Barlocci
Anche in Cile si fa strada l’economia civile. Dal maggio dell’anno scorso presso la sede di Coquimbo dell’Universidad Católica del Norte (UCN), cittá portuale sul Pacifico, 450 km al nord di Santiago, sono iniziate infatti le lezioni di una cattedra aperta di “economía social”, come in genere si preferisce definire l’economía civile in America Latina. Le lezioni si sono tenute anche nella vicina cittá de La Serena (a una dozzina di km da Coquimbo), coinvolgendo autoritá locali ed organizzazioni della societá civile.
L’iniziativa é partita da una pluralità di soggetti: l’Osservatorio Latinoamericano della Finanza, che raggruppa a ricercatori di varie università -cilene e di altri Paesi- con l’obiettivo di fornire strumenti per evitare le tristemente note problematiche che sorgono nel mondo dell’economia finanziaria, la Scuola di Scienze Imprenditoriali ed il Dipartimento di Teologia della UCN, con l’idea di offrire una nuova visione dell’economia alla luce del paradigma della reciprocitá.
Le lezioni hanno abbracciato varie tematiche, dal concetto di economia civile e la sua rilevanza nell’economia mondiale, ai fondamenti del paradigma della reciprocitá, tema affrontato dal professor Stefano Zamagni, collegato in video conferenza. Sono poi stati presentati alcuni esempi di economía civile quali il cooperativismo e l’economía di comunione, alcuni aspetti relativi alla previdenza sociale, per poi passare alla lettura del senso del lavoro e del ruolo dell’imprenditore, quest’ultimo tema illustrato lo scorso 23 marzo dal professor Luigino Bruni, anch’egli collegato in video conferenza durante una lezione magistrale. L’intervento di Bruni ha stimolato ulteriormente il già vivo interesse degli studenti e dei docenti di varie facoltá della UCN, due dei quali hanno deciso di dedicare il loro dottorato allo studio dell’economia civile.
La UCN sta mostrando interesse al tema non solo attraverso l’istituzione della cattedra aperta, ma anche avendo istituito dallo scorso anno un corso facoltativo di economia sociale che si vorrebbe introdurre nel piano di studi della laurea in ingegneria commerciale. Nel frattempo, i contenuti dell’economia civile sono stati introdotti anche in uno dei due corsi di etica professionale.
L’interesse in Cile per l’economia civile, contrariamente ad altri Paesi della regione, non é affatto da dare per scontato. L’economia cilena, infatti, è quella che più si identifica col modello neoliberalista attualmente in voga, con tassi di disuglianza sociale tra i piú alti della regione ed il piú alto della OCDE, di cui il Cile fa parte, e con un limitatissimo sviluppo di iniziative come il cooperativismo o il microcredito, che in altri Paesi sudamericani nel loro insieme rappresentano intorno al 5-10 % del PIL. Per anni, pur annoverando tra i teorici di questa lettura economica figure di prestigio, come Luis Razzetto, l’economia civile é stata, in certo modo, annoverata tra le tipologie meno rilevanti e con scarso fondamento teorico (sic!).
Le lezioni presentano una dinamica dialogica, con una esposizione su un tema centrale dell’economia civile ed il contrappunto di un “commento” proveniente da accademici piú prossimi al paradigma dell’homo oeconomicus. Il dialogo con i presenti completa ogni lezione. Quest’anno la cattedra continuerá col tema del rapporto tra etica e l’economia, e la sintonia tra economia civile e Pensiero Sociale della Chiesa cattolica.
Fonte: www.edc-online.org
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