A poco più di un mese dal prossimo appuntamento italiano delle Giornate dell’Interdipendenza, che quest’anno si terranno a Firenze il 22 e 23 ottobre, il 12 settembre si è svolto a Berlino l’ottavo appuntamento mondiale dell’Interdependence Day – evento ispirato dal politologo americano Benjamin Barber. Presenti un centinaio tra esperti, leader religiosi e rappresentanti della società civile, il titolo del Convegno incrociava due parole: “Sustain/Ability”, ponendo a tema i cambiamenti climatici e l’urgenza di maturare risposte responsabili e globali.
Una interessante presentazione si trova in inglese su: www.civworld.org. Chiara Andreola, giornalista di Città Nuova, ne ha fatto un diretto resoconto su Città Nuova on-line: “Una rete per la giustizia climatica”. Di seguito, un brano del suo articolo.
“A rappresentare il Movimento dei Focolari, che da anni collabora con quello dell’Interdipendenza, c’era il ricercatore dell’Enea e docente universitario Luca Fiorani (nella foto con Benjamin Barber).
Dal concetto biblico di uomo come custode del creato, alla fraternità vissuta non solo con le generazioni presente ma anche con quelle future, Fiorani ha sottolineato nei suoi interventi come la religione si inserisca nelle ragioni più profonde per combattere i cambiamenti climatici. Come “declinazione pratica” ha proposto l’idea elaborata dal movimento EcoOne di una Banca internazionale delle tecnologie:
«Spesso i Paesi sviluppati – spiega Fiorani – operano una vera e propria esportazione dell’inquinamento, vendendo ai Paesi in via di sviluppo impianti che non utilizzano più proprio perché inquinanti. Vorremmo invece creare una banca dati gratuita in cui tutti possano avere accesso alle conoscenze e alle tecnologie più avanzate in questo senso, finanziandola con i contributi dei Paesi sviluppati». Non quindi una nuova agenzia ambientale internazionale, ma «una rete di Paesi che coniughi, come auspicato già da Giovanni Paolo II, la lotta ai cambiamenti climatici con uno sviluppo equo». Il tema della giustizia climatica è stato infatti ben presente nei dibattiti, che si sono sviluppati anche attorno al ruolo delle città, della società civile e del settore privato in questo campo.
Benjamin Barber nel suo intervento ha ricordato la fruttuosa collaborazione e profonda amicizia con Chiara Lubich, così come l’imam Sajid, vincitore del Premio dell’Interdipendenza di quest’anno per il suo impegno nel dialogo interreligioso, ha riconosciuto il prezioso contributo dei Focolari in questo percorso. I ringraziamenti sono andati anche alla presidente del Movimento dei focolari Maria Voce, che ha ottenuto lo stesso riconoscimento nel 2008.
Dall’intervento di Maria Voce, al conferimento del “Premio Interdipendenza”
Bruxelles, 12 settembre 2008
“… E qui è d’obbligo ricordare l’apporto specifico che Chiara propose per accelerare la realtà dell’interdipendenza e darle un’anima. Un apporto che oggi voglio riproporre, anche perché penso sia il motivo profondo, la radice principale di questo premio. Qualificò l’interdipendenza con l’aggettivo “fraterna” e ne spiegò il perché.
Mostrò come solo se fraterna l’interdipendenza comporta la scelta del dialogo rispetto a quella dell’egemonia, la via della condivisione rispetto a quella della concentrazione di risorse e dei saperi in una sola area del mondo. L’interdipendenza fraterna è davvero “mutua dipendenza”, perché implica che l’affermazione della mia identità non può avvenire né per difesa, né per opposizione, ma si raggiunge attraverso la comunione: delle risorse, delle virtù civiche, delle caratteristiche culturali, delle esperienze politico-istituzionali.”
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