«Mille città per l’europa»
Innsbruck, 10 Novembre 2001
Noi, sindaci partecipanti alla Conferenza di Innsbruck, provenienti da 28 paesi d’Europa1, affermiamo il nostro impegno di protagonisti per la costruzione europea nella nuova fase di riflessione sull’avvenire del continente che si apre con il Consiglio europeo di Laeken.
Consci che l’Europa ha stabilmente inserito tra i suoi valori fondamentali la libertà e l’uguaglianza dei popoli e degli stati e che tali valori, che devono comunque continuare ad essere approfonditi nella loro dimensione politica, non bastano da soli ad assicurare il compimento del disegno europeo, siamo fermamente convinti che tale disegno può venire pienamente realizzato solo assumendo la fraternità come categoria politica attraverso la quale sviluppare la costruzione dell’Europa.
Questa nuova dimensione dell’impegno politico per l’Europa può essere realizzata in primo luogo a livello delle città, dove i cittadini vivono rapporti di prossimità e di reciprocità e il loro accesso alle istituzioni è personale, immediato, continuo.
I drammi e i problemi che attraversano il continente hanno nelle città il loro impatto più vivo e quotidiano, ed è lì che chiedono la prima risposta. È nell’ambito del comune che le persone possono iniziare ad assumere la loro dimensione politica; è a partire dalle città, vere e proprie palestre di democrazia, che si possono affrontare le nuove domande di appartenenza, di responsabilità e di solidarietà.
I comuni, elemento di base nella molteplicità dei livelli di governo, diventano in tal modo un esempio per un’Europa più democratica e più aperta alla partecipazione.
Per crescere insieme nella consapevolezza dell’appartenenza europea, noi sindaci ci impegniamo a fondare il nostro lavoro sul dialogo costante con i cittadini, coinvolgendoli nei progetti delle città.
Riteniamo inoltre che il nostro impegno debba essere rivolto a tutti i responsabili dei poteri locali per costruire una rete di relazioni formali ed informali, al fine di condividere idee, problemi, esperienze, progetti, risorse.
Siamo convinti che la costruzione europea attualmente in corso, nel suo significato politico più autentico, rappresenti il tentativo di realizzare l’aspirazione ad un’unità vera, che valorizza le diverse identità. Questa dinamica, in tutte le sue forme politiche, cominciando dalla dimensione comunale, è, pur con le sue alterne vicende, il filo conduttore della storia dell’Europa.
Un’Europa unita nella fraternità non potrà non mettere la propria esperienza e le proprie risorse al servizio della domanda di giustizia, di cooperazione e di pace che sale dalle aree più deboli del mondo.
1 Austria, Belgio, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Repubblica Federale di Jugoslavia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia (ex Repubblica Jugoslava di Macedonia), Paesi Bassi, Polonia, Romania, Regno Unito, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ucraina, Ungheria
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