FONTE: CITTÀ NUOVA
Concluso il secondo percorso sui diritti umani e la pace, il Pathways 2020/2021 mette a fuoco la cittadinanza attiva e la politica. E la strategia proposta dal gruppo di coordinamento internazionale che guida l’iniziativa ha fissato la bussola su una categoria che incuriosisce e attira, quella della cura, care in inglese: una parola che ha fatto presto incontrare i giovani del Pathways con altri change-maker che in tutto il mondo ne vanno chiarendo, da tempo, la forza specifica.
Oggi la categoria della cura è più di un’idea, è quasi una agenda etica globale attorno a cui far convergere iniziative, studi e ricerche. Da qui lo slogan dare to care: osare prendersi cura, farsi carico, interessarsi, occuparsi attivamente. Di chi? Dei nostri vicini e delle nostre città, di chi è più fragile e delle generazioni future, dei problemi della società di oggi e delle sue istituzioni, del pianeta.
Così, con l’hashtag #daretocare, ha preso avvio un percorso che vuole rianimare la sfera pubblica, l’esercizio della cittadinanza e la vita politica attorno a cinque assi: ascolto e dialogo, uguaglianza ed equità, fraternità e bene comune, partecipazione e co-governance, cura del pianeta.
Le prime settimane, già ricche di iniziative guidate dalla metodologia del Pathways – imparare, agire, condividere – confermano una strategia che si va scrivendo insieme, radicata nei territori e allo stesso tempo che si estende al pianeta. Una strategia che vede cooperare formatori nelle scuole, gruppi di famiglie, giovani in ricerca e ragazzi entusiasti, operatori dei media, docenti universitari…
Dallo scorso 20 giugno, quanti desiderano condividerla, trovano sul sito “United World Project” il materiale necessario: brevi moduli video con approfondimenti e testimonianze, spunti di ricerca e idee per l’azione locale.
I primi due interventi videoregistrati presentano l’idea della “cura” con una visione d’insieme. Il primo è proposto da Pasquale Ferrara, Ambasciatore d’Italia ad Algeri, del Centro Studi Scuola Abba e presidente del Centro Global Studies dell’Istituto Universitario Sophia.
Il secondo invece è di Lucia Fronza Crepaz, formatrice della Scuola di Preparazione Sociale di Trento, già deputato al Parlamento italiano ed oggi rappresentante del Movimento Umanità Nuova.
Se è evidente che la tecnica di ripresa andrà raffinata, i contenuti espressi indicano senza dubbio un nuovo orizzonte, appassionante e indifferibile, che chiede a ciascuno di prendere posizione per l’umanità e concorrere a costruire la casa comune.
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