Abiy Ahmed e il presidente eritreo Isaias Afwerki firmano la dichiazione congiunta che ristabilisce le relazioni diplomatiche tra Etiopia e Eritrea (Foto di wikipedia.org)
La formazione del nuovo governo è un segno positivo di rinnovamento e speranza non solo per l’Africa
L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) saluta con speranza il nuovo governo etiope che dopo decenni di guerra, arbitrarietà, abuso di potere e corruzione sembra voler puntare in modo netto ed esemplare sul rinnovamento, sulla pace e sulla speranza. Invece di incaricare sempre le stesse élite con i soliti posti di potere, l’Etiopia punta ora su un rinnovo radicale occupando metà di tutti gli uffici governativi con donne, tra cui l’importante dicastero della difesa. Il consiglio dei ministri è stato sensibilmente ridotto ma è stato istituito un ministero
per la pace a indicare la nuova priorità posta dal governo per il paese.
In Etiopia sembra essere in corso un cambiamento storico ed esemplare non solo per l’Africa. Il superamento del tradizionale ordine e della tradizionale distribuzione di potere preoccupa più di un paese vicino. Il recente accordo di pace firmato dal nuovo premier Abiy Ahmed con lo
storico nemico Eritrea e la susseguente apertura delle frontiere tra i due paesi non sono stati accolti con entusiasmo da tutti i suoi vicini poiché di fatto ha causato un cambiamento negli equilibri di potere dei paesi vicini. In particolare l’Uganda e il Sudan temono di perdere le
loro tradizionali sfere di influenza.
In controtendenza con altri paesi che contano un numero altissimo di ministri, come p.es. il Camerun – sempre più vicino a una guerra civile – che ha più di 60 ministri ben pagati, o il Sud Sudan – praticamente in bancarotta – che comunque mantiene 38 ministri, l’Etiopia ha ridotto i
suoi ministeri da 28 a soli 20. Se nei governi precedenti le donne occupavano solamente cinque dicasteri, ora la metà dei ministeri verrà gestito da donne. Oltre al ministero per la difesa il nuovo premier ha voluto incaricare una donna a capo del neonato ministero per la pace per
onorare così l’importante lavoro per la pace portato avanti in Africa occidentale prevalentemente da donne.
La nuova ministra per la pace dovrà comunque affrontare un lavoro difficile poiché si dovrà occupare anche delle forze dell’ordine e dei servizi segreti. E’ probabile che si troverà ad affrontare diversi conflitti d’interesse e sarà interessante vedere se alla ricerca della pace sarà effettivamente data la priorità. A questo proposito molte organizzazioni per i diritti umani ricordano infatti la lunga storia di torture, sparizioni di persone e altre gravissime violazioni dei diritti umani dei servizi segreti etiopi.
Fonte: www.pressenza.com
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