Lo scorso mese di aprile si è scoperta un’enorme truffa ai danni dello Stato da parte di fun-zionari del Servizio di Amministrazione Tributario (SAT) collusi con alti vertici della poli-tica. La stretta collaborazione tra il Ministero Pubblico e la Commissione internazionale contro l’Impunità in Guatemala (CICIG) ha permesso di portare in giudizio per corruzione decine di persone implicate. Tra le più note la Vicepresidente e recentemente lo stesso Pre-sidente della Repubblica che è sul punto di perdere l’immunità, se la commissione parla-mentare deciderà in tal senso. Questo ha provocato nei cittadini un’onda di indignazione mai vista negli ultimi 60 anni, che è andata crescendo.

 />In coincidenza con questa situazione, Raul e Cecilia Di Lascio. Lui, architetto e imprendito-re dell’Economia di Comunione, teoria economica basata in una economia fraterna, e lei membro della commissione internazionale del Movimento politico per l’unità hanno com-piuto un viaggio in Guatemala e incontrato molti cittadini impegnati nel cambiamento del Paese guatemalteco.</p>
<p>In particolare è in atto un percorso di riflessione sulle condizione della democrazia in Gua-temala, lacerata dalla corruzione. La popolazione vive un generale disincanto per le gravi condizioni di ingiustizia e diseguaglianza, soprattutto presso i grandi gruppi di “contadini”, quasi tutti di etnie “originarie”. Le attività sulla fraternità in politica svolte con giovani so-no state una conferma della opportunità di offrire tali contenuti a tutti poiché sono impor-tanti e molto attuali nella società guatelmalteca.</p>
<p>Incontrarsi durante questa effervescenza sociale inedita, ha fatto sì che i momenti di scam-bio tra cittadini di ogni età sui temi della politica fossero un’occasione di apertura a questo ambiente, generalmente mal visto. Sono venuti in evidenza i grandi valori che l’agire politi-co manifesta quando si vive dediti al bene comune. Sia ricoprendo un’incarico politico che nell’agire quotidiano del singolo cittadino. Guardare alla politica dall’ottica della fraternità, che libera atteggiamenti coraggiosi e impegnati nelle relazioni sociali, ha riempito di spe-ranza, sostanziata dallo scambio di esperienze che sono in corso in varie parti del mondo.</p>
<p>Nei giorni successivi la società guatemalteca si è autoconvocata in nuove proteste di mas-sa. Si chiedeva la rinuncia del Presidente dopo che erano emersi i suoi legami con la corru-zione. In un momento di forte tensione ai vertici del potere, sono stati i cittadini di tutte le sfere social a partecipare pacificamente e a proteggere con cordone umano i parlamentari in modo che potessero arrivare alla seduta dell’Assemblea che avrebbe destituito il Presidente.</p>
<p>Molte imprese, scuole, università hanno fermato le attività per favorire la partecipazione. La concentrazione della gente nel parco Central de Guatemala è stata massiccia: più di 100mila persone si sono radunate nell’arco della giornata. «Si sente che nel cuore del Gua-temala c’è un vuoto. Dobbiamo unirci perché avvenga un cambiamento», diceva Willy, un giovane guatemalteco.  «Il bello è che anche le ditte hanno chiuso per permettere alla gente di andare – spiega Saturnino -. Come guatemalteco vibravo quando si gridava “Guatemala, Guatemala” o si cantava l’inno nazionale». «Mi è sembrato di vedere una nuova coscienza – assicura Lina – è una nuova responsabilità. Non vogliamo lasciar passare l’opportunità di cambiare le cose, sapendo che questa volta è possibile».</p>
<p>Scrive Cecilia di Lascio alla fine del viaggio:<br />“Un momento particolare del nostro viaggio è stata la visita alla comunità orginaria di Pa-tzún. L’onestà di uomini e soprattutto di donne forti, profonde, consapevoli della loro di-gnità, che il sistema politico tenta di soffocare, mette in evidenzia l’urgenza di costruire ca-tegorie politiche di giustizia, di equità e soprattutto di condivisione. Solo così le ricchezze millenarie di queste culture possono rendersi disponibili per nuovi disegni di democrazie comunitarie, creative e partecipate.”</p>
<p>Per molti è stato incoraggiante vedere famiglie intere che non hanno avuto paura di portare i bambini. «Famiglie, ricchi insieme a poveri – commenta Sandra – popolazione indigena, giovani insieme ad adulti e bambini, studenti disposti a superare la violenza per raggiungere l’obiettivo comune!». Sì, quell’obiettivo che Alex definisce “un Paese migliore”. <br />    <br />“Dopo questo viaggio in Gautemala – scrive Cecilia – come dopo i giorni in Colombia, e Cuba, viene in evidenza la potenzialità politica latinoamericana. Essa può essere un valido contributo al futuro della democrazia in generale ed in particolare presso i nostri popoli. In-fatti le attuali comunità politiche, di fatto pluriculturali, dimostrano di essere capaci di e-sprimere nuove categorie relazionali nella vita sociale e di cominciare a ricomporre – quasi in un canto plurale, polifonico – i grandi silenzi della storia dei nostri popoli originari”.</p>
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Di |2020-06-12T06:14:48+02:0015 Settembre, 2015|News IT|0 Commenti