Due giornate di lavori, in Vaticano, per i sindaci di tutto il mondo che insieme ai rappresentanti dell’Onu si confrontano su cambiamenti climatici e lotta alle schiavitù moderne, con la sottoscrizione di una dichiarazione di impegni congiunta.
I cambiamenti climatici indotti dall’uomo sono una realtà scientifica ed è imperativo morale per l’umanità il loro contenimento decisivo. Le città, in questo ambito morale fondamentale, svolgono un ruolo chiave. E’ questa la constatazione centrale ed unanime dei rappresentanti di diverse culture e società che firmano la dichiarazione. La certezza è anche che oggi ci sono conoscenze tecnologiche e mezzi finanziari necessari a invertire l’andamento del clima ponendo fine allo stesso tempo a situazioni di povertà estrema, attraverso soluzioni di sviluppo sostenibile tra cui l’adozione di sistemi a bassa emissione di anidride carbonica. Ma, si legge nella dichiarazione, occorrono più incentivi per le rinnovabili e uno sforzo maggiore per la pace che comporti la conversione delle spese militari a fini ambientali. Il vertice sul clima di Parigi a fine anno, avvertono i firmatari, potrebbe essere l’ultima possibilità per contenere il riscaldamento del pianeta al di sotto dei due gradi centigradi, con un accordo che metta in sicurezza tutti, specie i più poveri e vulnerabili. I leader dell’Onu sono chiamati a farlo: si passerebbe così ad un mondo alimentato da energie rinnovabili e con ecosistemi sostenibili. Trasformazione, si chiede nella dichiarazione, che dovrà essere inclusa negli Obiettivi di sviluppo globalmente condivisi. Dal canto loro i sindaci si impegnano nelle loro città all’emancipazione e alla protezione dei più poveri, a porre fine ad abusi e ad ogni forma di schiavitù moderna e a sviluppare programmi di reinsediamento per le vittime della tratta evitando per loro il rimpatrio forzato. Vogliamo, si legge in chiusura della dichiarazione, città inclusive, sicure, flessibili e sostenibili: tutti devono fare la loro parte, noi, ribadiscono sindaci e governatori locali, siamo pronti a fare la nostra.
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